Sicilia, variazione di bilancio 2025: tra salvataggi silenziosi, fondi “liberi” e spese poco trasparenti. Serve un controllo accurato della Corte dei Conti

Un viaggio dentro le pieghe della manovra finanziaria regionale: ciò che non torna e ciò che nessuno racconta

Un maxi-intervento da 314 milioni di euro nel triennio 2025-2027. È la fotografia della variazione di bilancio approvata dal Governo regionale, come emerge dai documenti tecnici prodotti da Servizio Bilancio e Servizio Studi dell’ARS. Ma dentro le tabelle e i commi si nascondono capitoli che sollevano più di un interrogativo: contributi straordinari a enti in crisi, spese prive di criteri trasparenti, e una montagna di risorse allocate in capitoli “liberi”, di cui non è chiara la destinazione immediata.

Una manovra che, oltre a distribuire risorse, apre inevitabilmente un tema: come vengono spesi i soldi dei siciliani?


Salvataggi silenziosi: 3,2 milioni per un’IPAB in difficoltà

Tra le pieghe della legge compare un intervento diretto a coprire debiti di enti pubblici. Il caso più evidente: 3.246.857,74 euro per l’IPAB “Salvatore Bellia – S. Luigi Gonzaga – Costanzo Cutore”.

Nel dossier parlamentare si legge che l’operazione ha “caratteri di un intervento di soccorso finanziario” Documento n. 11 Servizio Bilanc…. Tradotto: un salvataggio con fondi pubblici. Il debito verso l’Agenzia delle Entrate viene ripianato dalla Regione.

Chi controlla come si è generato quel debito? Quali misure assicurano che non accada di nuovo? Domande che restano sospese.


Accordo da 5,5 milioni di euro con Sicilia Digitale: “norma generica”

Altro capitolo sensibile: 5.494.999,83 euro destinati alla transazione con Sicilia Digitale Spa e altre società.

Il Servizio Bilancio solleva rilievi pesanti: la norma è “generica” e l’autorizzazione legislativa appare “superflua” rispetto ai poteri già attribuiti alla PA Documento n. 11 Servizio Bilanc….

Inoltre, nessun dettaglio sul contenuto del contenzioso: per cosa si paga? Chi controlla?


51 milioni in capitoli “liberi”: discrezionalità senza vincoli

La relazione segnala che oltre 51 milioni di euro nel solo 2025 finiscono su capitoli “liberi”, cioè senza legge di spesa sottostante Documento n. 11 Servizio Bilanc….

Il rischio? Queste risorse possono essere utilizzate con ampia discrezionalità. I tecnici lo definiscono parte di quei capitoli “privi di specifica legge di spesa sottostante” Documento n. 11 Servizio Bilanc….

In una terra dove la politica spesso usa la spesa pubblica come strumento di consenso, è una porta spalancata su potenziali favoritismi.


2 milioni per eventi turistici senza criteri chiari

Spuntano poi 4 milioni in due anni per iniziative turistiche “di rilevanza regionale”. Ma nel documento si segnala che la norma “non indica indirizzi e criteri per l’assegnazione delle risorse” Documento n. 11 Servizio Bilanc….

In assenza di criteri pubblici e verificabili, chi decide quali eventi finanziare?


Contributi una tantum a enti in crisi: discrezionalità o pianificazione?

  • 325.000 euro al Consorzio di bonifica di Gela per un accordo transattivo: norma “provvedimento” rivolta a un beneficiario specifico Documento n. 11 Servizio Bilanc…
  • 1.000.000 euro all’AST per messa in sicurezza sedi, con riferimento al piano di risanamento obbligatorio Documento n. 11 Servizio Bilanc…
  • 280.000 euro per società pubbliche in crisi Documento n. 11 Servizio Bilanc…

Gli interventi per crisi di soggetti pubblici si moltiplicano. Necessità o tappabuchi?


Capitolo “eventi sportivi”: 100 mila euro per la Coppa degli Assi

Nel 2025 viene poi finanziata la Coppa degli Assi, storico evento ippico, con 100.000 euro Documento n. 11 Servizio Bilanc….

In un bilancio schiacciato da emergenze sociali, sanitarie e infrastrutturali, questa cifra fa discutere: è davvero una priorità?


Conclusione: una manovra che distribuisce, ma non sempre spiega

Questa variazione di bilancio fotografa una Sicilia che continua a muoversi tra emergenze finanziarie strutturali e interventi spot, tra promesse di sviluppo e risorse che si disperdono senza bussola.

Il documento parla chiaro:

  • Fondi non vincolati
  • Beneficiari precisi senza criteri pubblici
  • Salvataggi difficili da giustificare
  • Spese culturali e sportive non prioritarie

E un filo rosso: la discrezionalità politica.

La domanda è semplice:
Chi garantisce che questi soldi servano davvero ai cittadini e non ai soliti circuiti di potere?

Sicilia, dove finiscono i soldi dei cittadini? Dentro la manovra che nessuno racconta

Milioni per enti in crisi, capitoli “liberi”, eventi senza criteri. La variazione di bilancio regionale 2025 parla chiaro — ma pochi la leggono.

di [Nome autore]

C’è un bilancio ufficiale. Poi c’è quello reale, fatto di capitoli nascosti tra le righe, contributi “straordinari”, salvataggi silenziosi e fondi distribuiti senza criteri pubblici.
È questo il volto che emerge scorrendo pagina dopo pagina la variazione al bilancio della Regione Siciliana per il 2025-2027, approvata tra luglio e ottobre.

Una manovra da 314,7 milioni. Una cifra enorme per una Regione segnata da:

  • ospedali in emergenza,
  • trasporti che crollano a ogni pioggia,
  • comuni in dissesto,
  • giovani che scappano.

Eppure, una parte consistente delle risorse prende strade diverse dalle priorità sociali.

Non lo raccontano i comunicati stampa. Ma lo raccontano i numeri.


3,2 milioni per ripianare un debito: “Soccorso finanziario”

La Regione stanzia 3.246.857,74 euro per l’IPAB “Salvatore Bellia – S. Luigi Gonzaga – Costanzo Cutore”.
Motivo? Pagare un debito fiscale.

Nei documenti ufficiali la definizione è chiarissima: intervento con “caratteri di soccorso finanziario”.

Domande inevitabili:

  • Chi ha generato quel debito?
  • Perché interviene la Regione invece dell’ente?
  • Chi controlla la gestione futura?

Nessuna risposta nella legge. Si paga, punto.


5,49 milioni alla Sicilia Digitale: “Norma generica”

Altro passaggio cruciale: 5.494.999,83 euro per un accordo transattivo con Sicilia Digitale e altre società ICT regionali.

Un nodo strategico — perché riguarda i sistemi di digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Ma la relazione tecnica segnala:

“Genericità della norma”
“Autorizzazione non necessaria”

Tradotto: si paga senza spiegare perché e senza dover chiedere il permesso.

Una domanda su tutte: si sta coprendo un contenzioso dovuto a errori di gestione?

Silenzio.


51 milioni in capitoli “liberi”: discrezionalità senza bussola

51,2 milioni di euro vengono allocati in capitoli “liberi” — cioè senza destinazione vincolata dalla legge.

In Sicilia il termine “capitolo libero” pesa come un macigno. Significa discrezionalità politica. Significa spazio per interventi senza obbligo di criteri, graduatorie, valutazioni oggettive.

È la linfa del clientelismo istituzionale.


4 milioni per eventi turistici — ma senza regole

Il turismo è una risorsa strategica. Ma la spesa per “iniziative di alto valore turistico-promozionale” lascia perplessi:

  • € 2 milioni nel 2025
  • € 2 milioni nel 2026

Problema: la norma non indica criteri per l’assegnazione dei fondi.

Chi decide quali eventi “valgono”?
Come si misura il ritorno?
Come si evita che diventi un bancomat per amici e sodali?

Ancora una volta: nessuna risposta.


Soldi pubblici per enti in crisi: la lista si allunga

Oltre all’IPAB e a Sicilia Digitale, troviamo altri “aiuti” pubblici:

  • € 1.000.000 all’AST per sedi e investimenti
  • € 325.000 al Consorzio di Bonifica di Gela per transazione con ANAS
  • € 280.000 a società pubbliche in difficoltà

Sono enti che dovrebbero autosostenersi, o quantomeno rendicontare pubblicamente errori e piani di risanamento.

Invece si finanziano a rate, silenziosamente.


L’episodio simbolo: 100 mila euro per la Coppa degli Assi

In una terra con migliaia di famiglie sotto soglia di povertà e ospedali carenti, si stanziano 100.000 euro per un evento ippico.

Che valore sociale produce?
Quale priorità rappresenta?
Chi lo ha deciso?

Forse è cultura. Forse è tradizione.
Forse — semplicemente — è potere.


La Regione risponde a se stessa. I cittadini pagano.

Nella relazione tecnica ci sono domande — giuste — sugli aiuti di Stato, sulla trasparenza, sulla discrezionalità.

Ma non ci sono risposte.

La finanziaria regionale sembra un enorme pavimento sotto cui ogni anno si spazzano:

  • debiti fuori controllo,
  • inefficienze amministrative,
  • operazioni politiche,
  • micro-favori,
  • micro-feste,
  • micro-consensi.

Mentre i cittadini aspettano strade sicure, sanità funzionante, trasporti dignitosi, scuole moderne.

Il bilancio è lo specchio di una Regione.
E questo specchio restituisce un’immagine dolorosa: un sistema che mantiene se stesso, più di quanto mantenga la Sicilia.


Follow-up: il lavoro che ora serve

Nei prossimi giorni analizzeremo:

  • i beneficiari reali delle risorse
  • la rete politica dietro i capitoli speciali
  • la mappa degli enti salvati con i soldi dei siciliani
  • gli indicatori di ritorno economico degli eventi finanziati
  • la trasparenza (o assenza di trasparenza) nei bandi

E poi una domanda fondamentale:

Chi controlla chi controlla?

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