Marche e Calabria, due sconfitte annunciate: perché l’opposizione non ha convinto

Ecco un’analisi dei motivi per cui l’opposizione ha perso nelle elezioni regionali 2025 nelle Marche e in Calabria. Se vuoi, posso poi provare a raffrontare con altre regioni per vedere se ci sono fattori comuni.


I dati principali

Marche

Francesco Acquaroli (centrodestra) è stato rieletto con circa il 51-52% vs ~45-46% di Matteo Ricci (centrosinistra).

Abbassamento forte dell’affluenza: ~50%, quasi 10 punti in meno rispetto al 2020 in cui era ~59,7%.

Nelle Marche, Fratelli d’Italia è risultato forte (~28%) e il Pd non è riuscito a recuperare voti sufficientemente. Liste come M5S ed altre forze minori non hanno performato bene.

Calabria

Il presidente uscente del centrodestra, Roberto Occhiuto, ha ottenuto oltre il 59% dei voti, incrementando la percentuale rispetto al 2021.

Il centro-sinistra + M5S (campo largo) non è riuscito a sfidarlo efficacemente; distacco netto.

Affluenza più bassa rispetto al passato: intorno al 43%.


Perché l’opposizione ha perso: fattori chiave

Analizzando i dati e le segnalazioni, emergono alcuni nodi ricorrenti che hanno probabilmente contribuito alla sconfitta dell’opposizione in entrambe le regioni:

  1. Astensionismo / calo della partecipazione
    In entrambe le regioni, la partecipazione è scesa significativamente. Quando votano meno persone, spesso chi è già motivato (o ha una base elettorale solida) ha un vantaggio: cioè il centrodestra, che in queste regioni è ben radicato in vari bacini.

Marche: calo di quasi 10 punti.

Calabria: affluenza intorno al 43%.

Il calo dell’affluenza può significare che molti elettori del centrosinistra (o dell’opposizione in generale) non si sono mossi, forse per disillusione o perché non hanno visto una proposta convincente.

  1. Forza del “buongoverno” e incumbency
    Soprattutto in Calabria, ma anche nelle Marche, il centrodestra ha basato buona parte della campagna sull’idea che abbia governato bene e che meriti una riconferma. L’incumbency dà visibilità, legittimità, e a volte “bonus” nei confronti degli elettori che giudicano performance locali concrete (sanità, infrastrutture, servizi).
  2. Frammentazione o debolezza del campo di centrosinistra / “campo largo”
    Anche se c’è un’alleanza, ci sono segnali di debolezza o di non riuscire a mobilitare come desiderato:

Il M5S appare in calo, in molte zone non riesce a trainare.

Il PD non ha registrato crescite sufficienti da solo e l’alleanza non sembra aver prodotto un “effetto unificante” capace di superare le divisioni o la distanza con gli elettori.

Sulla comunicazione dell’opposizione è emerso che la “spinta al cambiamento” non è percepita come forte o credibile, almeno nella Marche secondo le dichiarazioni di Matteo Ricci.

  1. Vantaggi del centrodestra nella coalizione e nel partito

In Calabria il centrodestra si è compatto, la coalizione ha beneficiato anche di forze civiche, liste locali, e “liste Occhiuto” che hanno contribuito a polarizzare il consenso.

In alcune zone Fratelli d’Italia si è mostrato particolarmente forte e ha capitalizzato su sentimenti e temi che sono stati presenti nell’elettorato: sicurezza, identità, ordine, forse anche una certa sfiducia verso le politiche dell’opposizione e il governo centrale.

  1. Capacità comunicativa e cenni nazionali
    Le regionali sono state viste anche come un test nazionale, un riflesso dell’approvazione (o meno) del governo in carica, percezioni su temi come economia, immigrazione, sanità. Se il governo o il centrodestra a livello nazionale ha una narrativa più efficace, questo può trascinare anche a livello regionale.
  2. Effetto delle liste civiche, candidature locali e personalità
    In Calabria la lista civica “Occhiuto Presidente” ha performato bene, non solo come “accessorio” ma come parte del consenso verso la leadership locale. Le dinamiche personali del candidato uscente (visibilità, presenza, relazioni territoriali) possono fare la differenza.
  3. Debolezza delle proposte o visibilità dell’alternativa
    Se l’elettorato non percepisce l’alternativa come convincente, o i candidati dell’opposizione non sono riusciti a costruire un’immagine chiara di cambiamento positivo, questo indebolisce la motivazione al voto.

Differenze specifiche tra Marche e Calabria

Ci sono anche aspetti differenti tra le due:

Nelle Marche, la sfida è stata più serrata, con margini ristretti, e l’affluenza ha fatto la differenza in molte province. Alcune province tradizionalmente più favorevoli all’opposizione hanno avuto un calo maggiore di partecipazione rispetto ad altre.

In Calabria l’effetto incumbente è stato probabilmente più forte, con Occhiuto che ha già un radicamento amministrativo e personale. Inoltre, la coalizione di centrodestra ha guadagnato rispetto al passato, anche cannibalizzando consensi da altri partiti (anche interni al centrodestra).


Conclusione provvisoria

L’opposizione ha perso principalmente per una combinazione di:

scarso coinvolgimento degli elettori favorevoli al campo largo (astensionismo)

difficoltà nel costruire una proposta che si differenzi concretamente e risulti credibile

un centrodestra che ha capitalizzato bene su “buon governo”, identità, leadership locale, coalizioni efficaci

debolezza del “campo largo” nel far sentire la propria presenza territoriale

Sondaggi pre-voto: cosa dicevano

Marche

In una rilevazione del 8-10 settembre 2025 (EMG Different / MaNews Piceno) si dava Acquaroli al 52,0% e Ricci al 46,0%.

Un’altra rilevazione di Ipsos tra 9-11 settembre segnalava Acquaroli al 50,1% e Ricci al 44,8%, con margine di errore circa ±3,5 punti.

Queste stime già collocavano l’incumbent del centrodestra in vantaggio, con una proiezione di distacco atteso (5-6 punti circa) — anche se non tali da far pensare a un distacco enorme.

Quindi, i sondaggi mostravano che la partita era relativamente aperta, ma con un leggero vantaggio per il centrodestra. Non si vedeva una remuntada convincente per l’opposizione — il suo margine di recupero era stretto in partenza.

Calabria

Prima del voto, la “supermedia” dei sondaggi (YouTrend) segnalava che tutti i partiti del centrodestra stavano guadagnando terreno mentre nell’opposizione alcuni partiti (Avs, Azione) erano in calo.

In questi sondaggi, Fratelli d’Italia era al 30%, Forza Italia all’8,9%, Lega all’8,6%.

Per il centrosinistra, il Pd veniva indicato attorno al 22%, e il M5S attorno al 13,2%.

Il dato aggregato stimava la coalizione di centrodestra in crescita fino al ~48,5%, mentre l’ipotetico “campo largo” (Pd + M5S + alleati) era stimato ~45,8%.

Questa tendenza mostrava che, pur essendoci uno sforzo nell’opposizione, il centrodestra partiva con “il vento in poppa”.

Un’analisi del CISE (Luiss) parlava di “astensione cronica” e dell’importanza dei “signori delle preferenze” come fattori che avrebbero penalizzato l’opposizione.

In Calabria, secondo vari commentatori, vi era un problema di coesione dell’alleanza di centrosinistra, con discussioni interne anche sull’identità del candidato, che suggerisce che l’unità non fosse pienamente consolidata.

Alla vigilia del voto, dunque, i numeri già segnavano una situazione favorevole al centrodestra — benché non irrimediabile per l’opposizione, se questa avesse saputo innescare una campagna efficace, mobilitare l’elettorato e sfruttare punti deboli dell’avversario.


Errori e debolezze di campagna dell’opposizione

Questi sono i punti che — anche dalle cronache, analisi politiche e commenti — emergono come errori, mancanze o debolezze strategiche dell’opposizione nelle due regioni.

Regione Debolezza / errore Dettagli e conseguenze

Marche Strategia comunicativa poco incisiva L’opposizione (Ricci / centrosinistra) non è riuscita a proporre un’offerta che mobilitasse con forza il tema del “cambiamento” rispetto all’amministrazione uscente. Il tema dell’“aria buona” e di questioni internazionali (es. conflitto in Medio Oriente) è stato evocato, ma non sempre percepito come centrale dagli elettori locali.
Marche Non riuscire a contenere l’erosione del M5S Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un risultato relativamente basso (~5,08%) rispetto a quanto qualche anno prima. Questo significa che la coalizione “campo largo” non ha sempre trattenuto o integrato gli elettori precedenti del M5S.
Marche Affluenza bassa / cattiva mobilitazione del proprio elettorato Con il 50,01% di affluenza (circa 10 punti in meno rispetto al 2020) , una parte dell’elettorato potenzialmente favorevole all’opposizione non è stata mobilitata efficacemente. In queste condizioni, chi ha una base attiva — come il centrodestra — ha un vantaggio.
Calabria Ritardi/insicurezza sulla scelta del candidato e alleanze Secondo commentatori, nel centrosinistra si è discusso fino all’ultimo su Avs e sul candidato, con malumori interni e mancanza di coesione. Questo può alimentare sfiducia o disorientamento tra gli elettori indecisi.
Calabria Temi “populisti” poco differenzianti Alcune promesse dell’opposizione erano “classiche” (bollo auto sospeso, reintroduzione del Reddito di cittadinanza, miglioria delle strade) e non sono state viste come radicalmente alternative o credibili.
Calabria Non denunciare efficacemente il “sistema di potere” locale Un’analisi osserva che l’opposizione non ha saputo denunciare efficacemente il presunto “sistema Occhiuto” o la rete di potere locale, perdendo così un terreno di attacco che avrebbe potuto risuonare in una regione con percezione di forti clientele.
Calabria Dipendenza da logiche clientelari e “signori delle preferenze” In regioni con forte peso della politica di prossimità, il ruolo dei “notabili locali” e delle reti clientelari di preferenze è rilevante: se l’opposizione non ha reti analoghe o non le ha mobilitate, parte del voto può essere “catturato” da chi ha tali reti. Il CISE parla proprio del peso “decisivo” dei signori delle preferenze.
Calabria Mancanza di rilevanza percepita rispetto al “buon governo” passato Nonostante alcune questioni e controversie, Occhiuto è riuscito, nella comunicazione locale, a enfatizzare il “buon governo”, la continuità, e a presentarsi come figura rassicurante. L’opposizione non ha capitalizzato abbastanza eventuali criticità amministrative o disfunzioni locali.


Confronti e riflessioni

Effetto “status quo preferito”: quando l’elettorato è incerto, tende a premiarsi il candidato già in carica se percepito come credibile; l’opposizione deve avere una proposta fortemente differenziante per convincere a cambiare. Questo sembra essere accaduto in entrambe le regioni.

Mobilitazione dell’elettorato: il problema principale non era tanto una sconfitta «improvvisa», quanto la mancata capacità di mobilitare gli elettori potenzialmente favorevoli. Il calo dell’affluenza ha funzionato da amplificatore per il vantaggio strutturale del centrodestra.

Limitata spinta di “rottura”: l’opposizione non è riuscita in maniera convincente a far leva su una narrativa di rottura — cioè evidenziare in modo chiaro cosa cambierebbe in meglio con loro.

Debole coesione interna / conflitti interni: in Calabria in particolare, la disarmonia e i malumori interni sul candidato e strategie rappresentano un handicap: non dà un’immagine di squadra compatta.

Radicamento territoriale del centrodestra: in regioni con forte presenza storica (locali, amministrative, clientelari), la rete territoriale è fondamentale; l’opposizione spesso è più “centrale”, meno capillare, e fatica a penetrare certi contesti.

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