di Avntinsieme
Il reparto di Medicina dell’ospedale “G. Fogliani” di Milazzo è stato trasferito al “Cutroni-Zodda” di Barcellona Pozzo di Gotto. Ufficialmente, si tratta di una misura “temporanea” per consentire lavori di adeguamento sismico. Ma la storia recente insegna che in sanità, ciò che è temporaneo spesso diventa definitivo. E allora la domanda è: chi c’è dietro questa scelta? E chi ne trae vantaggio politico?
❌ Milazzo perde, Barcellona guadagna
- Milazzo è un ospedale DEA di I livello, con 900 ricoveri l’anno in Medicina. Spostare il reparto significa indebolire l’intero presidio.
- Barcellona, invece, riceve un reparto senza avere rianimazione H24, Emodialisi, Emoteca o Stroke Unit. Un potenziamento sulla carta, ma con gravi carenze operative.
🧩 I nomi che tornano sempre
- Giuseppe Cuccì, Direttore Generale dell’ASP Messina, è il regista tecnico del trasferimento. Ma non agisce nel vuoto.
- On. Tommaso Calderone, deputato nazionale barcellonese, ha già rivendicato il rilancio del nosocomio di Barcellona come priorità politica.
- On. Pino Galluzzo, deputato regionale, ha ricevuto ringraziamenti pubblici dal Sindaco di Milazzo per “l’attenzione prestata” alla rete ospedaliera. Ma attenzione: rafforzare Milazzo non significa svuotarla per riempire Barcellona.
🗣️ La politica del carciofo
Come ha detto il consigliere Lorenzo Italiano: “Ogni giorno si toglie una foglia. Milazzo viene sfogliata come un carciofo.” Prima Gastroenterologia, poi Pneumologia, ora Medicina. E domani?
⚠️ Chi ci guadagna davvero?
- Barcellona Pozzo di Gotto, città che ha perso reparti negli anni, ora torna al centro della mappa sanitaria.
- I politici locali, che potranno rivendicare “risultati” in vista delle prossime tornate elettorali.
- La narrazione del rilancio, utile a coprire le falle strutturali e la carenza di personale.
📣 La nostra posizione
Avntinsieme chiede trasparenza. Se il trasferimento è davvero temporaneo, si fissi una data certa per il rientro. Se invece è parte di una strategia di ridimensionamento, si abbia il coraggio di dirlo. I cittadini non sono pedine, e la sanità non è un gioco di scacchi tra correnti politiche.